Sgomento, incredulità e rabbia
L’Ordinanza del Consiglio di Stato 4156/2025 va accettata e rispettata, come tutte le sentenze.
Nessuno, però, può impedirci di fare le nostre considerazioni e di muovere le nostre rispettose e umili critiche in merito, anche perché riteniamo che tale ordinanza non rappresenti una sconfitta solo per la Libera Caccia e per tutti i cittadini – cacciatori e no – che si sono riconosciuti nei suoi ricorsi, ma anche per tutti quegli animalisti “non inquadrati” che hanno avuto il coraggio di criticare una decisione regionale che riteniamo antiscientifica, crudele e non risolutiva.
Gli altri animalisti, quelli che antepongono interessi politici e “di poltrona” a quelli dei poveri uccellini e dei teneri cinghialotti, non hanno mosso un dito né aperto bocca di fronte ad un “piano di controllo” dei colombacci che stride terribilmente con il famoso rispetto dei tempi di nidificazione e delle cure parentali visto che autorizza (anche se sotto il controllo delle Polizie Locali Provinciali e Metropolitana) la strage di una specie migratrice che non appartiene certo alla regione Emilia-Romagna ma all’intera collettività internazionale. Il tutto, ignorando completamente il ruolo di altre specie come i torraioli e non valutando che un prelievo venatorio più adeguato (e in epoche non critiche) potrebbe ottenere gli stessi risultati.
Eravamo certi, insomma, che la grande sensibilità mostrata dagli italiani avrebbe alla fine prevalso su una decisione che ritenevamo e continuiamo a ritenere crudele, perché farebbe morire letteralmente di fame intere nidiate private del cibo indispensabile alla loro sopravvivenza.
Il Consiglio di Stato, però – ed è questo che non riusciamo a comprendere – ha ritenuto non degne di considerazione le nostre critiche e le nostre proposte e, anche se con il “contentino” della compensazione delle spese di giudizio, ha respinto il nostro appello del quale siamo, comunque, molto, molto orgogliosi.
Roma, 21 giugno 2025
Il Presidente
Paolo Sparvoli