Uno a zero ma la partita non è finita

Il Tar ha respinto il ricorso della Libera Caccia sul piano di controllo del colombaccio deliberato, secondo noi in maniera crudele e antiscientifica, dalla Regione Emilia-Romagna con l’ordinanza 120/2025.
Il primo round, quindi, se l’è aggiudicato – incredibilmente – l’amministrazione regionale ma noi della Libera Caccia, pur prendendo doverosamente atto della sentenza, non intendiamo arretrare di un centimetro ed abbiamo già dato mandato allo stesso Studio Legale che aveva predisposto il nostro ricorso di procedere investendo della questione il Consiglio di Stato.
Infatti, anche se stupiti e amareggiati dall’incomprensibile silenzio con il quale la sciagurata ordinanza regionale è stata accolta dalla galassia animalista, dall’Ispra e purtroppo anche da tante associazioni venatorie, riteniamo che il supremo Organo di Giustizia non possa avallare la sentenza del Tar regionale.
Purtroppo, come accade spesso in materia di attività venatoria, la pubblica opinione non è stata sufficientemente informata sulla reale portata di questa ordinanza e sulle sue meschine conseguenze che vedrebbero morire letteralmente di fame nel nido i pulli appena nati!
In attesa che il Consiglio di Stato, accogliendo non solo le nostre critiche ma anche quelle dei cittadini più sensibili e informati, si pronunci in merito con la sua autorevolezza, la Libera Caccia rivolge un accorato appello a tutti i cacciatori emiliano-romagnoli affinché disertino convintamente l’attuazione del piano di sterminio del colombaccio che, lo ricordiamo, può essere gestito in maniera più saggia e meno crudele attraverso l’attività venatoria praticata in tempi idonei e al di fuori del periodo della cova e delle cure parentali.
Questo, infatti, non è solo un provvedimento spietato che dovrebbe far indignare il vero mondo ambientalista e animalista, ma è un vero e proprio attacco alla caccia e ai cacciatori che seguono da sempre le leggi immutabili della natura, prelevando in maniera oculata la fauna selvatica senza ricorrere a vere e proprie stragi legalizzate.

Roma, 3 maggio 2025

IL PRESIDENTE
Paolo Sparvoli

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